La Stua sul torrente Padola
Sul torrente Padola, a valle del paese omonimo, si erge la "stua", sbarramento o diga artificiale che rendeva possibile la fluitazione del legname. Il lago che si formava a monte dello sbarramento raccoglieva l'acqua che, scendendo violentemente, portava i tronchi fino al "cidolo di Perarolo".
E' forse la "stua" più antica, in ogni caso quella che durò più a lungo e l'ultima rimasta, è la stua sul torrente Padola. Se ne ha notizia dal 1521, perché da un documento del 31 agosto di quell'anno avevano diritti sulla stua Crescenzio Zoldan, i fratelli Gregorio e Tommaso Riboli di Padola; passò poi a Domenico Zoldan, indi a Paolo da Belluno che l'acquistò per 200 lire. Tra il 1527 e il 1530 venne acquistata Giov.Antonio Zanco di Perarolo, poi Vincenzo suo figlio l'affittò ad Antonio Zangrando di Vodo che spese cento lire per ripararla. Lo Zanco voleva riaverla, ma lo Zangrando non volle perché era cominciata la menada e per il primo maggio le taglie dovevano essere tutte la ponte di Gera e perché voleva rifusa parte delle spese.
Nel 1537 i consorti della stua di Padola erano Vincenzo e Tommaso de Zanco q. Antonio da Perarol, Nicolò de Bassanel del Comelico, M.Bianchin mercante di legname e ser Giacomo Gera di Cargna. Poi passò in proprietà del mercante di legname veneziano Antonio q. Giacomo Nordio e questi la vendette il 19 marzo 1635 per duecento ducati e mille taioni a Giacomo Gera di Candide, i cui discendenti la possiedono ancora. Nel 1818-19 venne ricostruita con blocchi di pietra viva squadrati su disegno e a spese di Vittore Gera.